Il Melo Cotogno: pianta e frutti

Indice:

Non tutti lo conoscono, ma il melo cotogno è un albero eccezionale, tipico del territorio di Conegliano e dintorni (in provincia di Treviso), in cui noi di Lazzaris viviamo e lavoriamo da oltre 100 anni. I suoi frutti sono stati tra gli ingredienti protagonisti, intorno ai primi anni del ‘900, della creazione della mostarda di Luigi Lazzaris.

Per questo per noi è così importante raccontarvi del melo cotogno, un albero da frutto spontaneo, molto antico, originario dell’Asia minore, circa del 2000 a.C., tempo in cui era coltivato da Greci e Babilonesi. Pensate che questo albero così resistente e facile da coltivare è così parte della cultura contadina della nostra area geografica, da dare il nome a una città poco distante da Conegliano: Codognè, la città della mela cotogna.

Le caratteristiche del Melo Cotogno

Molti credono che il melo cotogno sia un incrocio tra mela e pera, ma non è così: la confusione è nata dal fatto che appartengono alla stessa famiglia, le Rosaceae Maloideae. Ma la differenza tra queste piante si rintraccia nel genere: mentre il melo è Malus e il pero Pyrus, il melo cotogno è Cydonia. Il suo nome botanico è infatti Cydonia Oblonga.

Il cotogno è un albero alto 4-5 metri con una chioma regolare a foglie caduche, ricoperte da una leggera peluria. Questa chioma, nei mesi primaverili, viene adornata da fiori dalle delicate sfumature bianche e rosa che anticipano i frutti: di un colore giallo acceso, le mele cotogne profumano ancora più intensamente dei fiori. Sono frutti a forma di mela, spesso irregolari, a tal punto che in certi casi prendono una forma più allungata – parliamo quindi di pere cotogne anche se non c’è una reale differenza tra le piante.

mela cotogna

La loro polpa è molto dura e aspra all’assaggio, nonostante la maturazione. Questo rende la mela cotogna un frutto da consumare soltanto dopo la cottura.

La coltivazione del Melo Cotogno

Oggi i meli cotogni sono diffusi principalmente nelle zone del Mediterraneo occidentale e in Cina. In passato anche l’Italia è stata tra i paesi che hanno contribuito allo sviluppo di questi alberi da frutto ma intorno agli anni ‘60 la loro distribuzione è stata nettamente ridotta perché è diventato più vantaggioso coltivare altre piante da frutto per commercializzarne i prodotti.

Il clima ideale

Come vi abbiamo anticipato, la pianta di cotogno è molto resistente e facile da coltivare, richiede veramente pochi trattamenti e non teme tanto le minacce di parassiti, quanto agenti atmosferici aggressivi come grandini o gelate, da cui è necessario proteggerla. Nelle nostre zone, tra Veneto e Lombardia, in passato era anche incline alla nascita spontanea, favorita dal clima.

Il terreno più adatto alla coltivazione

Il nord Italia era quindi naturalmente ricco di alberi di melo cotogno, a tal punto che diverse città hanno intrecciato la loro storia a quella di queste piante, come appunto Codognè, a cui abbiamo accennato prima. Ed è proprio nella zona di Codognè che negli ultimi anni molte aziende agricole hanno deciso di riprendere la coltivazione del melo cotogno per riportare alla luce questa coltura e differenziarsi sul mercato. Anche noi di Lazzaris ci impegniamo a mantenere viva questa cultura tradizionale, innanzitutto coltivando noi stessi meli cotogni da più di 30 anni, con un ampio frutteto nel comune di Vazzola, a pochi chilometri proprio da Codognè. Ma perché questa pianta torni a prosperare crediamo che tutta la comunità debba collaborare: per questo sosteniamo il progetto della Pubblica Amministrazione di Codognè accogliendo gli agricoltori locali come conferitori di mele cotogne, che così contribuiscono alla nostra produzione di mostarda veneta, salsa di mele cotogne e molti altri prodotti a base di mele cotogne.

Quando potare i meli cotogni

Nonostante il cotogno non raggiunga mai grandi dimensioni, l’albero va sottoposto a potatura tra gennaio e febbraio, subito dopo la caduta delle foglie. In questa fase si tende a diminuire la quantità di legno nuovo, accorciando i rami più giovani. Questo è anche il momento migliore per eliminare i rami rovinati dalle intemperie. Nella gestione del frutteto è essenziale seguire le fasi previste dai protocolli di riferimento: dalla potatura, alla concimazione con lo stallatico, fino ai trattamenti, per ottenere un buon raccolto, prevenire le malattie delle piante e mantenerle in buono stato.

Raccolta delle mele cotogne

La raccolta delle mele cotogne avviene verso la fine di settembre e continua per tutto il mese di ottobre. In Italia, la produzione annua di mele cotogne ammonta a circa 4.000-4.500 quintali e la raccolta dei frutti nei terreni Lazzaris contribuisce con circa 1.800-2.000 quintali, rendendo così la produzione di mele cotogne a Codognè una delle più importanti a livello italiano.

melo cotogno

I prodotti ottenuti dalla lavorazione del frutto sono riconducibili alla cultura contadina e legati maggiormente al periodo invernale e natalizio. Gli utilizzi in cucina più diffusi sono quelli legati alla preparazione di confetture e conserve, come la classica confettura di mele cotogne, la mostarda o la tradizionalissima cotognata. Ma non è tutto, le ricette dolci con le mele cotogne spaziano anche dalle torte per la colazione ad altre preparazioni in forno.

Rimedi e usi della mela cotogna

Come abbiamo visto, la mela cotogna non è commestibile a crudo poiché si tratta di un frutto molto fibroso e acre. In passato, date le sue proprietà benefiche, l’uso principale che se ne faceva non era legato alla preparazione di dolci, ma era un tipico rimedio della nonna, naturale, perfetto per la salute e la cura del corpo: cotta insieme ad acqua calda e zucchero, era utilizzata in caso di gola infiammata, tosse, bronchite o per trattamenti ai capelli. Ma uno degli usi più comuni era quello di profumatore per la biancheria. Durando così a lungo, anche in seguito alla maturazione, ed essendo frutti molto profumati, si usava riporli all’interno degli armadi per regalare un buon odore a tutti gli indumenti contenuti al suo interno.